Nessuno è invisibile - La mia TED Talk

Nessuno è invisibile - La mia TED Talk

Nel 2021 ho potuto frequentare un corso di Public Speaking presso il mio liceo. In retrospettiva, riconosco l’importanza di quello che è stato un corso del genere. In questo post voglio raccontare come l’ho affrontato, un po’ di background su di me, e il testo integrale del mio discorso.


Public Speaking

“Le persone sopravvalutano quello che possono fare in un anno e sottovalutano quello che possono fare in un decennio”

L’abilità di parlare in pubblico è essenziale al giorno d’oggi. Il modo in cui si presenta un discorso influenza molto l’impatto che si ha sulle persone: a parità di argomentazioni, un buon discorso sicuro può convincere le persone a seguire le tue idee, un discorso mal impostato può invece far perdere l’interesse. Diversi studi dimostrano che la capacità di parlare e l’autostima sono profondamente correlati: una bassa autostima invece può portare a grandi problemi, persino alla depressione.

Parlare è sempre stata una mia grande difficoltà, qualche anno fa ti avrei detto che è un problema “insormontabile”. Non è così. Nel 2021 ho preso la decisione più coraggiosa della mia vita e sono entrato in un corso di scrittura creativa. Qualche mese dopo è iniziato il corso di public speaking e per la seconda volta ho preso tutto il mio coraggio per spingermi ad andarci, la mia vita sarebbe completamente diversa se non avessi preso queste decisioni.

Struttura del corso

You leave your fingerprints behind, so that they know it was make by another person and that person cared.

Il corso faceva parte di un progetto di alternanza di una classe del linguistico: questa classe ha seguito un corso con degli esperti di public speaking, successivamente hanno riproposto il corso agli studenti del liceo totalmente autogestito dalla classe. E’ un progetto di alternanza interessantissimo e spero che lo ripropongano, io non ho partecipato per l’alternanza ma come “volontario”.

Abbiamo fatto parecchie lezioni sul come presentarsi nel palco, come muoversi, esempi da seguire e da non seguire per avere una buona impressione. Dopo le lezioni teoriche abbiamo iniziato a scrivere il discorso: ogni partecipante era libero di scrivere un discorso personale con l’assistenza della classe che organizzava il corso, che hanno dato una mano fondamentale a tutti.

Dopo alcuni mesi, con i testi finiti e imparati, abbiamo organizzato un evento TEDx Youth nella nostra aula magna, dove ogni relatore esponeva il suo discorso. E’ stato un grande evento che mi ricordo ancora molto bene a distanza di anni.

Certificato
Foto scattata subito dopo l'evento

L’idea del tema

“Gratuità non significa costo zero, significa valore infinito” - Franco Ianeselli

Avevo l’opportunità di parlare a tutti di un’argomento che mi stava davvero a cuore, usare la mia voce per lanciare un messaggio. Questo mi ha messo molta pressione ma mi ha fatto ragionare davvero su quello che voglio dire con il mio tempo. “Se avessi un’unica cosa da dire nella mia vita, cosa sarebbe?”.

Ho analizzato con cura come mi sentivo con me stesso e in relazione con il mondo, cercando di visualizzare tutto quello che ho imparato nella mia esperienza. In particolare durante quel periodo stavo cercando la mia voce, stavo combattendo per esprimermi e cercare di vincere la mia introversione quindi questo momento era molto importante. Ho iniziato da questo.

L’introversione è un argomento che mi sta molto a cuore, essendo me stesso particolarmente introverso, ma anche la depressione è purtroppo vicino a me. Sono partito da questo, da una depressione nata dal sentirci invisibili, generalizzata ad una depressione generale che colpisce l’intera società che non è più centrata alle persone come esseri umani. Ma il mio modo di combattere è stato proprio il realizzare di non essere invisibili, e che anche noi possiamo portare un piccolo grande impatto positivo nel mondo intorno a noi.

Guardando la società da vicino, particolarmente al mondo del volontariato, mi sono accorto che c’è bisogno di agire proprio per sconfiggere questa depressione comune, del non sapere cosa fare soprattutto nei giovani. Da qui è nato il mio discorso.

Inchino
I partecipanti all'evento

Testo Integrale

Ecco la registrazione della mia talk ed il testo integrale:

audio con conversazioni da bar in sottofondo 3 gruppi da 2 persone stanno parlando nel palco entro io, mi avvicino ad ogni gruppo ma non dico nulla, mi limito a rimanere in piedi escluso dal gruppo. Dopo esser passato in ogni gruppo, ormai a testa bassa, mi appoggio sul muro in fondo e mi siedo l’audio di ferma e le persone escono dalle porte del palco

dopo qualche secondo di silenzio Invisibile

mi alzo in piedi, e lentamente mi avvicino al centro del palco Solo Vuoto Inutile “Lasciatelo stare, sta bene da solo lui” “oddio ci sta guardando, mi fa schifo” “cosa avrà da guardare sempre fuori dalla finestra” “ce l’ha con noi” Sei inutile Non hai amici Non meriti di vivere si siede sulle scale e si tappa le orecchie pausa

Quanti si reputano introversi in quest’aula? Proviamo ad alzata di mano alza la mano ecco..vi assicuro che quelli che hanno alzato la mano solo una minima parte di quanti effettivamente ce ne siano. E se vi chiedessi quante persone si sentono invisibili nella loro vita. Neanche ci accorgiamo della loro esistenza a volte, non odiati ma neanche amati da nessuno, sono sicuro che molti di voi hanno presente almeno una persona del genere, o vi sentite così voi stessi in certe situazioni.

Non c’è assolutamente nulla di male ad essere introversi, ogni persona è fantastica così come è. E’ un problema se quella persona si sente indifferente, sola, come se non esistesse.

E’ un caso isolato o è la conseguenza di un fenomeno più generale; non si è soltanto invisibili in casi come in quella scena di prima: spesso ci sembra che la nostra opinione non conti nulla, che viviamo in una società di massa dove chi va contro viene automaticamente escluso dal mondo. E allora mi sono chiesto: perché? perché deve accadere tutto questo? potranno mai le cose migliorare? come posso cambiare la situazione? è il mondo troppo pericoloso per chi è troppo sensibile?

si alza e cammina a destra e a sinistra Quanto vorremmo un mondo più giusto, più unito, più aperto, l’utopia di una società senza discriminazioni, dove ognuno ha un po’ di tutto. Ci sentiamo spesso oppressi e sognamo collettivamente un futuro migliore. Sogniamo. “L’italia va in rovina”, “Non c’è niente di buono”, “Non c’è giustizia”, “Non c’è pace” sentiamo commenti, lamenti, insulti come questi tutti i giorni, ma allo stesso tempo, quante sono le persone che vogliono cambiare tutto ciò?

Quante sono le persone che hanno il coraggio di dedicare il proprio tempo a costruire qualcosa di concreto, di alto. E’ ridicolo come qualcuno debba uscire dalla norma, a tal punto da venir messo su un piedistallo come figura di esempio, solo per voler impegnarsi per la giustizia, l’uguaglianza, la fratellanza. Quante sono le persone disposte a tutto ciò? La risposta è: Molte Molte sono le persone che decidono di non essere indifferenti, che sfruttano al massimo tutto il loro potere personale per fare la cosa giusta. Negli ultimi 2 mesi ho voluto trovare persone del genere: da figure pubbliche stimate e rispettate, a conoscere personalmente ragazze e ragazzi incredibili sia nella nostra stessa scuola che nella nostra città, nelle associazioni di volontariato, punti di ascolto, ospedali, centri di accoglienza, di assistenza, di recupero, docenti, madri, padri; attivisti di tutti i giorni. Persone che hanno deciso di non essere indifferenti in un mondo che sembra quasi violento, che tende ad escludere, a limitare, per non ricreare mai più una scena del genere. Quelli che escludono, che limitano sono proprio gli indifferenti: loro stessi sono quelli che si limitano, si escludono, vivono solo a metà.

Alla Caritas mi hanno detto di quanto sono fondamentali i volontari nella struttura di accoglienza, alla mensa, nei centri di smistamento, perché senza persone che decidono di impegnarsi, il mondo si ritirerebbe nell’indifferenza, dove non vi è posto per chi ne ha veramente bisogno. Quindi il mio appello è questo: possiamo tutti essere volontari quotidiani, finché, utopicamente, in giorno, non sarà più qualcosa di speciale, ma la normalità per tutti. Noi non siamo invisibili.

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About Giovanni Santini

Ciao! Sono Giovanni e qui voglio condividere tutto ciò che trovo di bello intorno a me e cose a cui tengo molto.

Trento, Italia